Malattie autoimmuni e microbiota: ecco le ultime scoperte

Le malattie autoimmuni sono una serie di condizioni che si scatenano come conseguenza di un funzionamento anomalo del sistema immunitario: riconosce come estranei alcune cellule e componenti dell’organismo (il cosiddetto “SELF”) e per questo le attacca al fine di eliminarle.

Le manifestazioni delle malattie autoimmuni sono molto varie.

Possono, infatti:

  •  rimanere circoscritte ad un organo o un tessuto specifico, se l’elemento riconosciuto come estraneo è presente solo in quella sede;
  •  interessare più distretti, se l’elemento non riconosciuto come self è comune a più aree o addirittura a tutte le cellule (è il caso delle malattie sistemiche).

Le malattie autoimmuni oggi note sono circa 100 e colpiscono in misura maggiore le donne, interessando il 5% della popolazione occidentale.

Tra queste, alcune sono più conosciute, come l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, e la sclerosi multipla; altre, invece, sono per fortuna molto rare.

Vediamo in dettaglio tre malattie autoimmuni tra le più diffuse:

  • Artrite reumatoide

Malattia infiammatoria cronica sistemica che colpisce le articolazioni, rendendole rigide, dolenti e gonfie e causando, nel tempo, la loro deformazione.

In questo caso il sistema immunitario attacca i componenti dei tessuti molli che ricoprono le articolazioni con degenerazione. Anche altri tessuti possono però essere coinvolti, interessando interi organi come: polmoni, cuore, vasi sanguigni, sistema nervoso.  

  • Lupus eritematoso sistemico

Colpisce il tessuto connettivo con manifestazioni a livello di:

  • cute e mucose (si manifestano ad esempio eritemi e ulcere),
  • articolazioni (si hanno artralgie e poliartrite),
  • quasi potenzialmente tutti gli organi, con pleurite, pericardite, insufficienza renale, pancreatite, cefalea, febbre e malessere generalizzato.
  • Sclerosi Multipla

È una malattia neurodegenerativa della giovane età (si manifesta in genere tra i 20 ed i 40 anni) a base autoimmune caratterizzata da un processo infiammatorio che danneggia sia i neuroni che la mielina e gli oligodendrociti. I sintomi sono vari a seconda del distretto colpito, così come il decorso della malattia.

Cosa dicono gli studi?

Esistono degli studi che hanno messo in luce un legame tra il microbiota e il sistema immunitario, descrivendolo come rapporto di simbiosi e un legame di continuo interscambio.

Ecco i punti salienti di quanto è emerso a proposito:

  • Il microbiota intestinale è la più vasta comunità microbica dell’organismo.
  • Il tubo digerente è sede del cosiddetto GALT, sistema linfoide associato alle mucose.
  • Il sistema immunitario non si sviluppa correttamente se non si viene a contatto con i microbi.
  • La mucosa intestinale è la più ampia superficie a contatto con microbi ed antigeni.
  • Il microbiota, le sostanze da esso prodotte e quelle elaborate a partire dagli alimenti, esercitano una continua funzione di sostegno ed “allenamento” del sistema immunitario.

Nello specifico, il microbiota e le sostanze correlate:

  • contribuiscono a istruire il sistema immunitario circa i componenti verso cui essere “tollerante”;
  • partecipano al mantenimento dell’integrità della mucosa intestinale stessa, per impedire il passaggio in circolo di patogeni, sostanze dannose come il lipopolisaccaride batterico e prodotti di scarto del metabolismo, per lo più tossici e pro-infiammatori.

Un buon microbiota può prevenire e risolvere le malattie autoimmuni?

Negli ultimi anni, si sono accumulate evidenze che la risposta infiammatoria collegata ad una disbiosi, possa essere uno dei fattori – insieme a quelli genetici ed ambientali ed allo stile di vita (fumo) – nello sviluppo delle malattie autoimmuni.

Nello specifico ecco cosa si verifica in ciascuna patologia:

  • Artrite reumatoide

Le modificazioni del microbiota sono correlate alla perdita di tolleranza verso alcuni antigeni self, e quindi con promozione dell’infiammazione e danno alle articolazioni.

I pazienti mostrano un microbiota diverso da quello dei soggetti sani, in cui si può notare una diminuzione degli Actinobacteria.

Inoltre, si è visto che le terapie immunosoppressive, in parte, ristabiliscono un microbiota “normale”.

  • Lupus eritematoso sistemico

i pazienti hanno un microbiota più ricco in Proteobacteria e Bacteroidetes e povero in Ruminococcacee.  Mostrano anche una aumentata permeabilità intestinale, con maggior possibilità di esposizione sistemica ai batteri.

  • Sclerosi Multipla

Il microbiota intestinale ha un ruolo anche in campo neurologico per l’esistenza del cosiddetto asse microbiota-intestino-cervello, un canale di comunicazione bidirezionale tra microbiota e sistema nervoso sia diretto che indiretto (vedi Art. 14).

I pazienti affetti da Sclerosi Multipla mostrano infatti una diminuzione di alcune specie di Bacteroides, Feecalibacteria e specie produttrici di SCFAs (acidi grassi a catena corta importanti per l’integrità della mucosa intestinale). Questo permette:

– un aumento della permeabilità

– un passaggio di tossine;

– la neuroinfiammazione.

L’importanza di avere un microbiota sano

Il microbiota, come abbiamo visto contribuisce alla salute in vari modi:

  • Secrezione di muco e protezione dell’integrità intestinale;
  • Produzione di peptidi antimicrobici;
  • Mantenimento della corretta permeabilità e selettività della barriera intestinale;
  • Sostegno e integrità del sistema immunitario a livello intestinale, controllo della infiammazione, mantenimento della tolleranza.

L’ipotesi che le terapie con probiotici possano contribuire alle strategie per rallentare e migliorare le malattie autoimmuni come anche i disturbi del comportamento è attraente ma c’è molta strada da fare, anche se già esistono studi su animali e umani in cui la supplementazione con ceppi probiotici ha migliorato gli indici di malattia e di disabilità nell’artrite reumatoide e nella sclerosi multipla, ad esempio.

Questo porta a suggerire l’integrazione con probiotici per mantenere il corretto equilibrio della flora microbica intestinale, sia per prevenire eventuali patologie, sia come terapia aggiuntiva a quelle tradizionali.

Ovviamente, non basta prendere dei fermenti lattici qualsiasi per aiutare l’intestino a lavorare correttamente: servono dei probiotici davvero funzionali e più i ceppi selezionati sono coerenti con il microbiota naturalmente presente nel nostro corpo, maggiore sarà l’efficacia.

Dalla ricerca Deltha Pharma in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Policlinico Agostino Gemelli di Roma nasce MASUROTA®, un integratore alimentare disponibile in due varianti, entrambe ad alto dosaggio: 25 miliardi di cellule vive e 50 miliardi di cellule vive.

Una formulazione che contiene ben 9 ceppi batterici con mappa genetica depositata presso l’EFSA, capaci di attraversare l’intestino – grazie alle capsule gastroresistenti con le quali viene realizzato il prodotto – e di colonizzare la mucosa intestinale.

La composizione relativa ai ceppi utilizzati è unica sul mercato e lo dimostra il brevetto attualmente depositato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Frutto di studi clinici avanzati, il MASUROTA® favorisce il corretto equilibrio della flora batterica intestinale e supporta il suo naturale ripristino in caso di squilibri e disbiosi.

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