Microbiota e dieta Vegana: tutto quello che c’è da sapere

L’offerta di cibo estremamente vasta nei paesi occidentali benestanti ha permesso il fiorire di stili alimentari molto diversi tra loro, alcuni più salutari ed altri, ovviamente, meno, con ripercussioni sulla salute pubblica ormai ben conosciute.

È un fatto ormai abbastanza noto che la qualità degli alimenti, nell’ultimo secolo, si sia impoverita e che il peso medio delle persone sia aumentato in maniera preoccupante, anno dopo anno.

La crescente richiesta di prodotti alimentari, ma anche la facilità di reperire alimenti di ogni genere, alcuni anche di tradizioni e di paesi lontani (ricordiamo l’avvento dei primi fast food), ha portato anche a modificare le nostre abitudini, e non sempre la salute ne ha beneficiato.

Questo ha, di conseguenza, portato al fiorire di molte “diete”, intese come stili alimentari per motivi salutistici, ecologici, ambientalistici, etici, ecc.

Tra gli stili alimentari più “in voga” nell’ultimo decennio spicca il veganismo, una delle tante diramazioni del “vegetarianismo”.

Il vegetarianismo ha una storia antica e legata a movimenti religiosi come Induismo, Zoroastrismo, Buddismo, Taoismo.

Nell’antica Grecia, Pitagora, Epicuro e Plutarco erano vegetariani, considerando l’uccisione degli animali una crudeltà. Ancora, nel Medio Evo alcune correnti religiose come il Catarismo, rifiutavano l’idea di un’alimentazione che comprendesse carne e uova.

Il moderno vegetarianismo, invece, vede le proprie origini nel XVII secolo in Gran Bretagna, battendosi contro lo spreco alimentare ed il lusso. La sua evoluzione prosegue poi nel Settecento, sostenuta anche da molti medici del periodo, proseguendo sulla scorta dei diritti degli animali nell’Ottocento.

Nel 1847 a Ramsgate, una cittadina dell’Inghilterra, venne fondata la Vegetarian Society che ispirò prima la Germania, poi la Francia e successivamente, nella prima metà del Novecento, l’Italia a seguire il proprio esempio.

Esistono varie correnti nel vegetarianismo, avendo – questo stile alimentare – assunto, nel corso del tempo, molteplici varianti.

Ecco qui, di seguito, le principali:

  • Latto-ovo-vegetarianismo: ammette il consumo di latte e derivati, uova, miele e prodotti dell’alveare, alghe, funghi (lieviti) e batteri (fermenti lattici);
  • Latto-vegetarianismo: esclude le uova;
  • Ovo-vegetarianismo: esclude latte e derivati;
  • Veganismo: ammette solo cibi vegetali ed estende il concetto del non-sfruttamento delle risorse animali anche ad altri aspetti, per cui ad esempio non sono impiegate la lana, le pelli, la seta, e tutti i prodotti non devono contenere parti o eccipienti animali o addirittura essere stati testati su animali;
  • Crudismo vegano: consente solo cibi vegetali trattati ad una temperatura non superiore di 42°C o essiccati (frutta, verdura, cereali, legumi, semi);
  • Fruttarismo: ammette il consumo solo di frutta dolce e ortaggi con semi, escludendo radici (carote), foglie (insalata), semi (fagioli), fusti (sedano).

 

Ciò che è sicuro è che un tipo di alimentazione più naturale porta notevoli benefici all’organismo.

 

Non a caso, la dieta mediterranea resta tra gli stili alimentari consigliati pur non eliminando nessun alimento. Rappresenta un esempio di regime bilanciato, non eccessivamente proteico, equilibrato nell’apporto di zuccheri e grassi complessi e raffinati, povero di tutti quei prodotti lavorati industrialmente che, se da un lato soddisfano il nostro palato, dall’altro non si può dire giovino alla nostra salute.

Ma nel dettaglio, cosa comporta essere vegano rispetto al seguire un “normale” stile alimentare?
In che modo, questa alimentazione, riesce a sostenere la salute? E in particolare, come reagisce il nostro intestino?

Dieta vegana e Microbiota: cosa dicono gli studi?

Data la complessità di studiare il microbiota in modo estensivo, e data anche la complessità dell’analisi genica e funzionale (cioè studiare sia quali specie batteriche sono presenti al suo interno, sia tutte le funzioni biologiche che vengono svolte in diverse situazioni), gli studi portano a risultati a volte contrastanti.

Una review del 2021 ha analizzato 9 studi giudicati adeguati tra i 407 inizialmente selezionati.

I risultati indicavano che i vegani hanno un microbiota arricchito in:

  • Bacteroidetes (e nello specifico nel genere Prevotella e Lachnospira),

mentre

  • Bifidobatteri ed Enterobatteri sembrano essere diminuiti (cosi come i batteri lattici).

Un recentissimo studio del 2022 ha analizzato 62 vegani e 33 onnivori.

Gli autori hanno rilevato solo piccole differenze nel loro Microbiota (il 14,8% era diverso), dal momento che una volta instaurato durante l’infanzia, la composizione tende a rimanere stabile durante la vita.

I vegani presentavano:

  • Arricchiti i generi Lachnospira e Ruminiclostridium;
  • Impoveriti i generi Blautia e Bifidobacterium

Al contrario, la loro attività metabolica era molto differente.
I vegani, infatti, producevano:

  • Molti più metaboliti benefici (i famosi acidi grassi a catena corta, SCFAs, e i loro derivati, protettori della mucosa intestinale);
  • Meno prodotti di fermentazione degli aminoacidi e dei carboidrati (scatolo, indolo, composti aromatici, aminoacidi a catena ramificata (BCAAs)) potenzialmente dannosi in termini ad esempio di stress ossidativo.

 

I dati sembrano confermare la versatilità funzionale del microbiota che, seppur cambia poco in sostanza, di fatto dà la precedenza a quelle specie e soprattutto a quei processi che meglio si adattano ai substrati nutritivi che gli sono forniti.

I vegani introducono bassi livelli di proteine e, pertanto, la fonte primaria di energia sono i carboidrati; il microbiota si organizza, di conseguenza, in tal senso.

È chiaro che il campo offre ancora molti spunti e molto lavoro.

Al di là delle scelte personali sullo stile alimentare da seguire, il microbiota si conferma comunque importante per il benessere dell’organismo e va salvaguardato.

In: Sakkas 2020

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Bibliografia:

  • Losno EA et al. Vegan diet and the gut microbiota composition in healthy adults. Nutrients 2021;13:2402
  • Prochazkova M et al. Vegan diet is associated with favorable effects on the metabolic performance of intestinal microbiota: a cross-sectional multi-omics study. Frontiers in Nutrition 2022;8:Article 783302
  • Sakkas H et al. Nutritional status and the influence of the vegan diet on the gut microbiota and human health. Medicina 2020;56:88